Ci troviamo in Sudan a Naga, località a sud-ovest di Meroe, l'antica capitale del regno meroitico. La zona è nota per la presenza di famosi edifici: il tempio del dio leone Apedemak (foto 1), il tempio di Amon e il chiosco. Inoltre ai piedi di una collina, poco distante da questi famosi edifici, si trova una costruzione, ora diroccata, chiamata 'Tempio F' (foto 2) secondo la definizione di Richard Lepsius che la visitò durante la spedizione prussiana del 1844. L'immagine 2a, invece, ci restituisce il tempio F al tempo dei viaggi del francese Frédéric Cailliaud nel 1822 (Voyage à Meroe, au fleuve blanc, au dela de Fazoql, a Syouah e dans cinq autres oasis)
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Foto1: Tempio di Apedemak |
Foto 2: Tempio F |
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Foto 2a: Tempio F nel 1822 (F. Cailliaud) |
Il tempio consiste di un portico e di una camera a quattro colonne; nella parte posteriore della camera c'è una nicchia che doveva probabilmente contenere un altare. Ai due lati di questa nicchia si trovano due colonne di testo che rappresentano la I iscrizione meroitica di datazione abbastanza certa.
La lingua meroitica purtroppo non è stata ancora completamente decifrata dato
che non si è trovata nessuna importante stele bilingue né si è potuto
assimilarla ad alcun lessico conosciuto come era accaduto per il copto e
l'antico egiziano.
Gli scritti si possono però leggere, anche se non tradurre esattamente, grazie soprattutto
al lavoro dell'archeologo inglese Francis Ll. Griffith. Nel secondo decennio
del
secolo scorso egli:
stabilì che la lingua meroitica era alfabetica
chiarì che esistevano due tipi di scritture: una geroglifica e una demotica o corsiva
identificò un alfabeto di 23 lettere, sia geroglifico che demotico (tabella 1)
definì che il senso di lettura era inverso a quello egizio in quanto si doveva seguire la direzione degli esseri umani e degli animali
osservò che le parole venivano separate da un segno particolare: i due punti
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Dopo queste scoperte l'analisi della lingua si arenò per i motivi già detti e fino ad oggi non sono stati fatti definitivi passi in avanti. Comunque nuove scoperte sembra che possano portare in futuro ad una maggiore comprensione ed interpretazione della lingua.
Ma torniamo al tempio F e alla doppia iscrizione della nicchia.
Il testo fu trascritto da Richard Lepsius (foto 3) ed era costituito da due colonne
scritte in geroglifico egiziano con il nome di un sovrano inserito in un
cartiglio e scritto in geroglifico meroitico.
Il sovrano in questione era la regina Shanakdakheto
che visse secondo alcuni studiosi tra il 180 e il 170 a.C.; altri egittologi
pongono però il regno di questa regina alla fine del II secolo spostando così di
circa ottanta anni la datazione della iscrizione.
Le fotografie, scattate nel marzo del 2009, mostrano come è ridotto adesso il
sito (foto 4 e 5) e quanto è rimasto delle due iscrizioni originali viste da Lepsius. Solo la
colonna di destra è rimasta parzialmente leggibile, mentre quella di sinistra è scomparsa.
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Foto 3: Trascrizione di Richard Lepsius |
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Foto 4: Interno del Tempio F |
Foto 5: Iscrizione della regina Shanakdakheto |
E veniamo ora alla traslitterazione e lettura della colonna:
...wab nswt n sA ra
nb tAwy < Snkdkxte > d(w) anx
... Purificazione reale (?) del figlio di Ra, Signore delle due
terre, < Shanakdakheto > dotato di vita
NOTE:
Si veda anche F.L. Griffith 'Meroitic Inscriptions' e A.
Orlando 'Faraoni Neri'